Il progetto parte dallo studio del paesaggio e del contesto cercando di inserirsi come elemento legato alla natura e alla roccia che degrada verso il mare.

Un segno architettonico mimetico che traccia nel paesaggio assi già preesistenti generati dall’  orografia e dalle rovine del Forte di Sao Domingos. Proprio dall’incontro di queste direttrici nasce la planimetria del monastero che, per rispetto alla costruzione storica esistente, viene collocato lateralmente in un sedime separato seppure in diretto collegamento. Un gesto che segna un ponte fisico e astratto tra architettura storia e paesaggio ma allo stesso tempo diventa una ferita: Una vera e propria spaccatura nella roccia che genera un giardino in quota affacciato sul mare. Una piccola oasi sospesa.